Formazione digitale: fondi e opportunità

La trasformazione digitale e la crescente pervasività degli strumenti tecnologici in ogni ambito della nostra vita, soprattutto nell’arco degli ultimi 2 anni, hanno fatto sì che anche la formazione e l’apprendimento in azienda siano stati ripensati ed aggiornati, privilegiando strumenti digitali interattivi, di facile fruizione e personalizzazione sulla base delle esigenze individuali.

La formazione nell’era della trasformazione digitale non può limitarsi ad utilizzare gli strumenti tecnologici ma deve farsi portavoce di un nuovo approccio al lavoro, promuovere lo sviluppo di un mindset diverso e l’acquisizione di competenze che consentano di governare efficacemente il cambiamento.

L’Italia si posiziona oggi al 25esimo posto (su 28) in Europa come livello di digitalizzazione (DESI 2020), a causa di vari fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate. Al tempo stesso, l’Italia ha visto un calo della produttività nell’ultimo ventennio, a fronte della crescita registrata nel resto d’Europa. Uno dei fattori che limitano la crescita di produttività è il basso livello di investimenti in digitalizzazione e innovazione, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese che costituiscono la maggior parte del nostro tessuto produttivo.

Figura 1: DESI 2020, fonte: https://www.assolombarda.it/centro-studi/the-digital-economy-and-society-index-desi-2020

Non si è mai creata una situazione di così forte sostegno alla formazione digitale attraverso i finanziamenti pubblici; le leve che vi sono a disposizione per la formazione e trasformazione digitale sono:

1. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) tradotte in varie “missioni”;
2. Fondo nuove competenze (con i nuovi finanziamenti PNRR);
3. Fondi Interprofessionali (sia dirigenziali che aziendali);
4. Formazione 4.0 (sconto fiscale fino a 250.000 euro).

1. PNRR

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), parte del programma europeo Next Generation EU, che prevede investimenti per un totale di 221,1 miliardi di euro, destinerà circa 50 miliardi delle risorse alla transizione digitale (di cui 38 miliardi sul privato e 11 sulla Pubblica Amministrazione). Ma non sono da trascurare anche possibili impatti indiretti delle altre missioni.

2. Fondo nuove competenze

Sono in corso di riapertura anche altre opportunità, tra cui il Fondo Nuove Competenze che sarà rifinanziato per l’anno 2022 grazie anche al PNNR (https://www.anpal.gov.it/fondo-nuove-competenze) . Questo Fondo permette alle aziende di ogni settore e dimensione di effettuare un re-skilling dei propri dipendenti. L’attività formativa sarà a carico del fondo che coprirà anche lo stipendio per le ore investite in formazione.   Vi sono stati casi molto interessanti di piani di sviluppo di aziende clienti e Bpo che hanno ottenuto di risparmio costo del lavoro, centinaia di ore in formazione (dato che anche la formazione on the job si può includere nel progetto).

3. Fondi interprofessionali

I Fondi Paritetici Interprofessionali sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni sindacali e finalizzati alla promozione di attività di formazione rivolte ai lavoratori occupati.

Per i dipendenti esistono i seguenti fondi:

1. FondArtigianato

2. Fon.Coop

3. For.te

4. Fondimpresa

5. Fondo Formazione PMI

6. FonTer

7. Fondo professioni

8. Fonder

9. Fonarcom

10. Foragri

11. Fondo Banche Assicurazioni

12. Fonservizi

Mentre per i dirigenti i fondi sono: 

1. Fondirigenti

2. Fondir

3. Fondo dir. PMI

Ogni fondo si è mosso in autonomia, sia nelle modalità che nella tipologia di finanziamento, ma quasi tutti hanno messo a disposizione risorse per il lavoro in “smart working” e le nuove forme di collaborazione digitale; vi invitiamo ad andare sui siti dei vostri fondi di riferimento per cogliere le opportunità.

4. Formazione 4.0

Tra le sovvenzioni previste particolarmente interessante è il credito d’imposta formazione 4.0, che è stato recentemente rifinanziato fino a dicembre 2022 (https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1183233.pdf?_1582131056011). Questo genere di iniziativa permetterà alle aziende di investire in tecnologia e in competenze digitali. In particolare, saranno riconosciute 3 differenti tipologie di credito d’imposta:

1. Investimento in beni materiali e immateriali connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi;
2. Ricerca, sviluppo e innovazione;
3. Attività di formazione sulla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

Possono accedere al Piano Transizione 4.0 tutte le imprese residenti in Italia (indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale) che effettuano investimenti (dal 16 novembre 2021 fino al 31 dicembre 2022) nelle aree indicate e destinati a strutture operative all’interno del territorio nazionale.

Il credito d’imposta è riconosciuto in misura del:

• 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di € 300.000 per le micro e piccole imprese
• 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di € 250.000 per le medie imprese
• 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di € 250.000 le grandi imprese.

L’obiettivo è formare o consolidare competenze dei dipendenti nell’ambito delle tecnologie che abilitano l’industria 4.0.

È evidente che i fondi sono un’occasione imperdibile per le aziende che intendono governare la trasformazione digitale investendo sia nelle tecnologie che nelle competenze digitali dei propri dipendenti. Risorse Call Center annovera una pluriennale esperienza sulla tematica della gestione dei fondi per la formazione finanziata ed è in grado di supportarvi nel cogliere le opportunità offerte dai fondi professionali e dirigenziali.